Split payment e crisi di liquidità: la contromisura (parziale) del rimborso

Eizioni: Il Sole 24 Ore
Pubblicazione: NT+Fisco – Norme e Tributi del Sole 24 Ore del 20/08/2020

Lo split payment è prorogato fino al 30 giugno 2023, con i fornitori, però, che rischiano di continuare a rimanere in difficoltà finanziarie, soprattutto alla luce del Covid-19.
L’annuncio che la Commissione europea ha confermato la proroga biennale del meccanismo della “scissione dei pagamenti” attraverso il documento “COM (2020) 242 final”, non è per la verità una cosa positiva sul fronte delle imprese.

Nato per contrastare la cosiddetta evasione da riscossione – che vede, sostanzialmente, il debitore d’imposta non versare l’Iva dovuta, con grave danno per l’Erario – lo split payment (disciplinato dall’articolo 17-ter del Dpr 633 del 1972) prevede che sia il cliente a versare l’imposta direttamente all’Erario pagando al fornitore solo l’imponibile.

Se tale meccanismo, da una parte, tutela l’Erario, dall’altra mette in difficoltà finanziaria il fornitore che non può recuperare, incassandola, l’imposta che risulta aver pagato ai propri fornitori (Iva a credito). C’è il rischio, come spesso accade per chi effettua molte operazioni in split payment, che lo stesso fornitore vada cronicamente a credito d’imposta…